Essere La persona Speciale di qualcuno…

6 marzo 2019 Lascia un commento

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Tutti cercano la persona speciale, ma nessuno, in fondo, si preoccupa davvero di poter esserlo per qualcuno perchè, essere speciali per qualcuno, esserlo per davvero, non è solo ricevere una bella targhetta da appuntare alla propria anima.. è molto di più:

Vuol dire essere la prima persona che si cerca e l’ultima che si vorrebbe salutare, la prima a cui si ha voglia di raccontare qualcosa qualunque essa sia, quella con cui ci si sente liberi di sorridere fino alle lacrime o piangere fino a ritrovarsi inspiegabilmente ad ammazzarsi dalle risate, quella con cui si canta in macchina anche se si è stonati come una campana, quella con cui si bisbiglia al cinema e scherza a tavola anche se “non si fa”.

Vuol dire avere qualcuno a cui poter affidare la mappa delle tue debolezze e la lista più segreta delle tue paure, qualcuno a cui poter mostrare come si apre l’armatura che indossi e la forma delle cicatrici che copre.. fargliele toccare persino..

Vuol dire avere qualcuno che condivide le tue preoccupazioni, che ti aiuta a gestire il dolore, che partecipa ai tuoi successi e che moltiplica la felicità dei traguardi raggiunti.

Vuol dire avere qualcuno con cui scambiarsi i sogni e con cui proteggersi dagli incubi.. O semplicemente avere qualcuno con cui stare in silenzio seduti sotto un lampione di notte in un parco a ricordare qualcuno che la vita ha portato via troppo presto. Vuol dire sapere che anche in momenti bui e intimamente dolorosi come quelli c’è qualcuno che, silenziosamente, veglia su di te.. anche senza dire una parola.. o almeno non in quel preciso momento.. ma c’è, lo sai, lo vedi, lo senti.. e (tanto) basta.

Essere speciali per qualcuno vuol dire sapere che qualsiasi cosa accada nella vita, in qualsiasi punto del mondo la vita ti conduca, non si rimarrà mai soli perchè le persone speciali, se lo diventano e sanno di esserlo, lo sono per sempre e per sempre restano al tuo fianco.. perchè tu non lasceresti mai il loro.

Essere veramente speciali per qualcuno non è solo ricevere una bella targhetta da appuntare alla propria anima.. Accettare di essere speciali per qualcuno vuol dire sapere e accettare di diventare parte di esso e di intrecciare le proprie esistenze in maniera così forte ed assoluta che, da quel momento in poi e per il resto della vita, sarà impossibile separarle del tutto.. qualsiasi cosa accada..

MaSaCo

 

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E adesso…?

22 luglio 2018 Lascia un commento

Quanto è facile fasse grandi, profondi, belli.
Condividendo ‘n pensiero, dù frasi o ‘no scritto.

Come quello de non dovesse fà ‘n cruccio o ‘n dispetto.
E de vive così, leggeri, senza pensà a dover, un domani, affrontà manco ‘n imprevisto.

Che ‘n dindarolo che sona non può comprà del proprio pargolo, pè chi ce l’ha, ‘n sorriso.
Mentre er sole, la luna e le stelle so ‘no spettacolo gratuito si, ma comunque prezioso.

Belle parole, fanno riflette, fanno effetto.
Ma nun reggono botta quanno la sfiga decide de coje proprio er tuo de numeretto.

I guai veri, poi, só come gli schiaffoni.
Arrivano a due a due e te ritrovi improvvisamente stranito, a terra, carponi.

La cicala a quel punto se ritroverà disperata senza voce, dignità, ne versetti.
Mentre la fornichina farà spallucce e rialzandosi penserà che dovrà rinuncià, forse, solo a ‘n par de dorcetti.

Facile condivide ‘n pensiero, ‘n idea, quella che sembra quasi quasi ‘na grande astuzia.
Ma ‘a vita, quella vera, è ‘n palcoscenico dove te poi esibì, se voi, ma non te concede alibi ne reti di sicurezza.

‘E favole so belle, fanno sognare ad occhi aperti i grandi e addormentà sereni i bambini.
Eppur serve ben altro pè riuscì ad esse davvero felici, risolvere i problemi e rimanè uniti, vicini vicini.

MaSaCo

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Equilibrium

16 febbraio 2018 Lascia un commento

“…Sai, è come in una bilancia: si è due elementi di ugual peso ed importanza che si tengono in equilibrio con naturalezza.. sorridendo.. crescendo insieme.

 

E più son vicini, più sono affiatati e più risulterà facile mantenerlo..
Ma se uno dei due inizierà ad allontarsi emotivamente dal fulcro creerà un braccio di leva ed una forza che tenderà inesorabilmente a destabilizzare il tutto. Una forza che non potrà essere contrastata se non costringendolo l’altro ad allontanarsi a sua volta…
Cosa che però non vorrà fare: nessuno vorrebbe allontanarsi dal proprio fulcro, nessuno accetta di buon cuore di lasciarsi per tenersi.. è un ossimoro emotivo… è una follia.
…così le proverà tutte ma proprio tutte per rimanere vicino e contrastare quel peso, per non soccombere a quella forza, per proteggere quell’equilibrio ma l’unico effetto che questo comportamento avrà sarà quello di arrivare a corrodersi, ad annullarsi, a perdere qualsiasi peso e importanza, a non riuscire a spostare più l’ago della bilancia che continuerà, a quel punto, a precipitare inesorabilmente verso il basso fino ad arrivare a battuta..
…a quel punto l’equilibrio sarà perso.. per sempre.”
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…e finalmente mi stacco da terra per sfiorare il blu..

2 aprile 2014 Lascia un commento

Il Motociclismo rimarrà sempre la mia prima passione, quella per la quale vivo… lo so, lo sento nell’anima… è qualcosa che fa parte di me indissolubilmente ma… ho sempre avuto una istintiva attrazione/passione per il volo la quale, con gli anni, mi ha portato ad avvertire la necessità di volare davvero…

Il volo a motore l’ho escluso da subito: troppo costoso da conseguire, troppo macchinoso e costoso da mantenere… da lì, il volo a vela è stata la mia ovvia scelta.

Aliante? No… per quanto mi affascini (vorrei farci un volo) non mi attira sia per i costi di acquisto che per la difficoltà di hangaraggio oltre a dover dipendere forzatamente da un traino che ti porti in quota…

Deltaplano? Affascinante, veloce, libero… ma mi servirebbe una macchina per trasportarlo e io non ho una macchina né ho intenzione di comprarla per praticare questo sport… inoltre è quasi impossibile atterrare da dove sei decollato quindi dipenderesti comunque da qualcuno che ti porti la macchina (e la custodia) in atterraggio… non mi farebbe sentire “libero” come vorrei nel praticare il volo…

Parapendio? Si… assolutamente si… Lo puoi tranquillamente trasportare in moto, ovviamente NON una sportiva: tutto il materiale ripiegato diventa uno zaino di circa 20 kg, non poco ma nulla di intrasportabile, anzi… basta sistemarselo bene in sella e non pretendere di correre il TT. Arrivato in decollo ti agganci la selletta, apri la vela, aspetti il momento giusto, gonfi l’ala al vento e decolli… nulla ti vieta (con l’esperienza e condizioni meteo) di rinterrare lì da dove sei decollato… a quel punto ripaghi il tutto e sali in sella per rientrare a casa…

Libertà… il parapendio mi regala la stessa sensazione di libertà che ho in sella alla mia moto, è semplicemente meraviglioso volare sostenuti solo dal vento.

Quindi, 5 mesi fa ho finalmente potuto permettermi economicamente il corso per conseguire il brevetto di volo a vela da diporto sportivo (VDS) e mi son messo di buona lena tra teoria e tanta, tanta pratica sul campetto dove al massimo riesci a fare una planatina di una 50ina di metri (in lunghezza)… ma ieri, dopo l’ennesimo campetto (con relative cazziate), il mio istruttore mi ha detto “Mario, domani fai il tandem, sei pronto per continuare il tuo percorso nei voli alti”…

…FINALMENTE!!!

Quini OGGI, dopo mesi e mesi di meticoloso campetto e di meteo maledettamente avverso, OGGI, ho fatto il mio primo volo alto (in tandem con l’istruttore) su Parapendio… Sensazione stupenda!

Decollati da Roccasecca con un bel vento teso mi ha stupito come siamo stati “accolti” e trasportati in alto (ma alto davvero: in men che non si dica saremo stati a 700m di quota rispetto all’atterraggio)… è stata una sensazione completamente nuova per me perché mi sono avvicinato a questo meraviglioso sport senza mai provare prima il classico “tandem turistico” e quindi non avevo mai sentito la vela tirarti su in quel modo…

Subito dopo il decollo l’istruttore ha fatto un paio di manovre di ambientamento (anzi… diciamo che mi ha fatto assaggiare qualche wingover e relativi G con la vela che ci passava da un fianco all’altro) e poi mi ha dato i comandi vigilando sul mio operato… virate morbide e un po’ meno morbide (ma niente virate a palla di fuoco, roba tranquilla), 45°, 180°, mantenimento della traiettoria, ho cominciato finalmente a “percepire la vela” e soprattutto “sentire i comandi”… Bellissimo!

Una vista meravigliosa a quell’altezza e sentire solo il vento tutto intorno… Mi sembra quasi di vivere la mia prima passione (il motociclismo) ma senza sentire il motore, stessa libertà… Che sport… Mi spiace non esser riuscito ad avvicinarmici prima..

Atterraggio morbidissimo e tanta voglia di ritornare subito lissù… perché è proprio vero che “Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare… Cit. Leonardo Da Vinci”

Roccasecca in attesa del decollo

Roccasecca in attesa del decollo

 

A breve, probabilmente già questo weekend, effettuerò il mio primo volo in solitaria e collegamento radio… io, la vela, il vento e null’altro… non vedo l’ora…

 

Roccasecca... volare...

Roccasecca… volare…

 

Flying Icy24…

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Destino… (Pensieri post maratona Roma/Ostia)

2 marzo 2014 Lascia un commento

Il destino… Quell’eterea, misteriosa figura x che prima ti lascia tagliare il traguardo e poi… con spiazzante semplicità si prende tutto quello che hai, tutto quello che sei… Improvvisamente…

Strana questa vita…

…e allora buon viaggio a te Maratoneta che mi sei sfilato davanti come una scia di colore, orgoglioso del tuo numero, della tua corsa e della tua determinazione tra gli applausi sinceri della gente per andare incontro al tuo destino appena pochi chilometri più avanti..

Mi piace pensare che quello stesso destino ha avuto rispetto di te, della tua corsa e della tua sfida concedendoti di arrivare fino in fondo senza interferire… Magari correndo al tuo fianco… Magari applaudendo insieme a tutti gli altri… E che solo dopo il traguardo ti abbia sussurrato all’orecchio “non fermarti… adesso corri con me…”…

Brividi, silenzio, rispetto…
Buon viaggio Fabrizio

Can you imagine what it is to cross an OCEAN? Hope…

11 febbraio 2014 Lascia un commento

“Can you imagine what it is to cross an OCEAN? For weeks to see nothing but the horizon … Perfect and empty… You live in the grip of fear: fear of storms, fear of sickness on board, fear of the IMMENSITY. So you must drive your fear down, deep into your belly, and study your charts, watch your compass, pray for a fair wind – and hope. Pure, naked, fragile … HOPE…

At first it’s no more than a haze on the horizon… So you watch… You watch… And it is not much than a shadow on the water for a day… For another day… The stain slowly spreads along the horizon taking form … Until , on the third day, you let yourself believe. You dare to whisper the word – LAND! Land… Life… Resurrection … The true adventure coming out to the vast unknow … out of the immensity… Into new life… That is THE NEW WORLD! ”

…maybe, that new world, for me, is just behind that horizon at the other side of the world… maybe…

Hope…

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Il Tempo…

12 febbraio 2013 Lascia un commento

Il Tempo

Il tempo.. quel concetto astratto reso umanamente reale dietro al quale spesso ci si nasconde per giustificare le proprie paure, le proprie insicurezze e la poca voglia o forza di confrontarsi con quello che rappresenta un imprevisto in una vita oggettivamente imprevedibile ma che ci si continua ad illudere, ingenuamente, di poter render prevedibile..
 
Ed è proprio questa segreta consapevolezza quel che più spaventa..
 
Ma il tempo è anche una bugia che si racconta al mondo per poterci credere a nostra volta, per poter prender tempo, appunto, e rimandare ciò che diversamente andrebbe affrontato subito.
 
Senza tempo non esiste ieri e non esiste domani… non si può lasciare nulla alle spalle… non si può rimandare.
 
Nella sua universalità, il tempo, è il prodotto di un esigenza dell’uomo che cerca spasmodicamente di creare un casellario atto ad ordinare situazioni, sentimenti, persone ed emozioni… senza un ordine apparente l’uomo è perso e la storia lo insegna perché, senza tempo, non esisterebbe la storia stessa come oggi la conosciamo… senza un prima o un dopo siamo incapaci di quantificare l’adesso e orientarci… senza il tempo non possiamo nascondere sotto il tappeto del passato i nostri errori e far buon viso al futuro…
 
Ma il tempo, in realtà, è un’impalpabile menzogna, una prostituta invisibile che circuisce e ammalia… che sfiora languida l’orecchio con le sue labbra burrose e sussurra “Tranquillo… tranquillo… ci penso io a te… ai tuoi problemi.. alle tue sofferenze… ci penso io…” e ti accompagna per mano in un angolo buio dove ti puoi sedere, prendere le ginocchia tra le tue braccia, poggiare il tuo capo su di esse e nasconderti illudendoti che qualcosa che possa davvero fare la differenza accada mentre sei lì…
 
Se solo la gente capisse che è esclusivamente un prodotto della loro mente probabilmente capirebbe che non ha senso appellarsi ad esso… in natura non esiste o, meglio, non esiste come noi lo concepiamo… ma all’uomo serve, eccome se serve… perché il tempo è un ottimo alibi, probabilmente il migliore di tutti visto e considerato che consente di aspettare e rimandare, ad oltranza, quelle situazioni che diversamente richiederebbero subito la sua attenzione…
 
Grazie al tempo, ed al suo potere su di noi, ci si può permettere di mettersi comodamente a sedere e aspettare… attendere… non osare e non affrontare i problemi… sperare perfino che qualcun altro se ne prenda carico.. ci si può codardamente nasconder sotto le sue sottane quando dovremmo dire, fare, pensare, agire, e ascoltare il proprio cuore, il proprio istinto. E invece no… spesso si sceglie di chiudere gli occhi ammettendo apertamente che si è smarrito il controllo sulla propria vita…
 
Ecco quindi che, di nuovo, il tempo ci fornisce gli strumenti migliori per non vivere e attendere qualcosa che, in realtà, è il parto bastardo di una mente che non ha più nessuna egemonia su se stessa… è in balia del tempo… ed il tempo stesso ne scandisce la sua esistenza…
 
Avrei voglia di fare, di vedere, di parlare, di confrontarmi e di essere… ma il tempo concorda?
 
Quanti volte hai detto dei “ho voglia”, “vorrei”, “desidererei” che poi sono rimasti sono parole o pensieri succubi e vittime della mancanza del tempo imposto e trasformati in dei dolorosi e frustranti “no” autoinflitti? Perché?
 
Perché abbiamo in realtà una fottuta e maledetta paura di vivere ciò che ci renderebbe finalmente liberi dallo schema temporale che le nostre stesse debolezze ci impongono…
 
Perché abbiamo più paura di dover forzatamente vivere qualcosa talmente più grande di noi da farci sentire, paradossalmente, al sicuro in una “non vita” mentre contiamo i passi che la lancetta dei secondi percorre ad ogni respiro o sospiro…
 
Perché vivere… vivere davvero… non è mica una passeggiata: bisogna stare ritti sulla prua del proprio vascello e prendere in viso, in petto e direttamente sul cuore ogni refolo, brezza, raffica e scroscio di pioggia avendo la forza di non levare mai gli occhi dall’orizzonte senza mai perder di vista la rotta da percorrere o il porto da raggiungere per poter proseguire il proprio viaggio.. ed i porti saranno tanti quante saranno le esperienza che vorremo vivere, ognuno diverso, ognuno particolare e unico.. ognuno così intimamente nostro… anche se affollato da mille e più vascelli e velieri fiananco semplici scialuppe che si avvicenderanno affiancando, confortando, ostacolando e proteggendo sulla tua rotta…
 
Vivere è un viaggio, il viaggio migliore che ti capiterà mai di poter intraprendere… ma se una volta che la nave sarà pronta e le condizioni meteo favorevoli (o quasi) non troverai il coraggio di levare gli ormeggi ed uscire dal porto per immergerti in tutta la sua imprevedibile bellezza allora scendi a terra e cedi il comando.. perché questa vita che qualcuno non ha avuto la possibilità di vivere, dovrebbe essere un privilegio e non la meriti…
 
MaSaCo (’13)

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I miei orizzonti non hanno limiti…

3 agosto 2012 Lascia un commento

Seduto qui sopra osservo con rispettoso silenzio il volo dei pensieri della gente che corre e si affanna nel cercare di dare un senso alla loro follia… corrono… tutti corrono… ma nessuno ha davvero ben presente dove andare… da qui si vede bene… vagano… vagano come meduse nell’oceano.. e come meduse pungono con urticante cinismo e mortale cattiveria chiunque rallenti il loro arrogante incedere verso… chissà dove…

Se solo sapessero… se solo immaginassero… ma hanno troppa fretta per fermarsi… per dar retta al bimbo che, insistentemente, punta il dito verso il cielo… o che punta i piedi per fermarsi o quantomeno rallentare la mano del genitore per osservare uno scintillio, un riflesso…

Se solo ricordassero… che anche loro riuscivano a trovare un mondo intero in un riflesso o una intera vita descritta dalla mutevole forma di una nuvola allora forse… forse… si ricorderebbero di quanto fosse importante non porsi limiti e, soprattutto, non porne alla propria fantasia…

E sorridere… sorridere ogni volta che se ne abbia la possibilità… perchè un sorriso chiama sorriso e piano piano tutta le gente intorno a te ne viene contaggiata… e a quel punto le cose possono solo migliorare…

Ma bisogna crederci e ricominciare a sognare…

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Potevo rimanere offeso… parecchio… ma è andata bene!

7 aprile 2012 Lascia un commento

..è andata bene si…

Tornavo a casa su una via a grande scorrimento (per i romani è l’Olimpica dove passa sopra alla Salaria direzione Batteria Nomentana) quando immettendomi nella collaterale in corrispondenza di un curvone molto ampio e veloce rallento per rispondere al telefono con l’auricolare e…

..Sento un botto incredibile poi quasi all’istante mi arriva addosso qualcosa di abbastanza pesante da spostare di peso il SilverWing600, lanciarlo di traverso e alla fine farmi pure finire a terra…

Attimo di smarrimento “Ma che c@zz…” mi alzo, guardo sull’altra corsia e vedo quello che resta di una Opel StationWagon… un cubo di metallo fumante… tutte e 4 le corsie PIENE di detriti… e un silenzio agghiacciante…

Risalgo di corsa in scooter e faccio il giro per andare a prestare soccorso già preparandomi mentalmente ad affrontare qualcosa di “brutto”… e difatti accanto alla macchina in posizione supina e a malapena riconoscibile un corpo… maglietta bianca, tuta, tanto sangue…

Scendo dallo scooter al volo e cerco di fare le opportune valutazioni per allertare la giusta ambulanza e mi acorgo che, almeno, respira… e con un alito alcolico che ve lo raccomando… cerco di svegliarlo perchè devo capire se in macchina era da solo o meno: entrambi gli airbag erano esplosi quindi, se è vero che si attivano solo con qualcuno seduto sopra a me mancava almeno una persona all’appello… intanto allerto il 118 che farò arrivare due ambulanze sul posto in meno di 4 minuti…

Il tipo reagisce a una corposa stretta alla spalla e comincia a farfugliare, con chiarissimo accento straniero, “il mio bambino…”…………….

Ve lo dico senza mezzi termini: mi è salita una botta di paura e adrenalina incredibile… anche perchè immaginate che eravamo di notte in tangenziale (L’Olimpica è una tangenziale di Roma) e c’erano tante di quelle cose a terra e sparse tra il guard rail e le aiuole intorno che questo corpicino poteva essere OVUNQUE…

In quel momento arriva la prima abulanza, scendono i colleghi, passo i parametri che ho rilevato e la situazione e mentre lo immobilizzano e caricano prendo una torcia e comincio a girare come una fottuta trottola mentre si creava il solito, tristissimo, capannello di curiosi…

Cerca cerca cerca.. sempre con il terrore di trovare una situazione irrimediabile… ma nulla… solo una enorme quantità di buste tipo Ikea e canfrusaglie arie tra le quali tantissime paia di scarpe e vestiti vari (si scoprirà che si tratta di vestiti usati rimediati chissà dove)… torno per dare una mano nell’ultima fase del caricamento e arrivano anche polizia e vigili urbani… i quali prendono dalla macchina, non senza qualche contorsionismo, i documenti della macchina e del tipo… che si scopre di etnia Rom e domiciliato nel campo nomadi a ridosso della tangenziale in oggetto…

Io rimango con l’incubo del bambino… non riesco a darmi pace.. continuo a cercare con la torcia ovunque… finchè non arriva una ragazza dal campo nomadi urlando… è la cognata… che tra un urlo e l’altro ci conferma che il tipo di figli ne ha due ma ci dice anche che sono al campo a letto… quindi non potevano essere in macchina… tra l’altro conferma che in macchina doveva essere solo…

Respiro……………… mi accorgo anche di una smart ferma a pochi metri dal rottame.. è di una ragazza 30enne parecchio incinta ch’è stata mancata di un soffio dalla macchina che carambolava… cavolo…

Scende di botto tutta l’adrenalina e mi sento letteralmente svuotato… guardo meglio dove stavo quando ho sentito l’urto e mi accorgo che sono stato preso di striscio dal PARABREZZA della macchina… si, devo avere davvero qualcuno che mi vuole un gran bene e che mi guarda da chissà dove… mi vengono i brividi solo a pensare cosa succedeva se mi prendeva “bene”… altro che fiancata del motorino e scivolata…

Il resto della storia è routine… con testimonianza e documenti ai vigili urbani e un ritorno a casa lentissimo… riflettendo… come stanotte poteva succedere una tragedia… più di una… ma non è stato così…

Se ci ripenso ora, a mente tiepida, provo una gran rabbia verso quell’IMBECILLE che si è messo al volante in quelle condizioni… e, purtroppo (perchè me ne rendo conto che può essere un mio limite) sopporto sempre meno questa etnia che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo tanto nessuno gli fa nulla…

Ora… tra 120gg POTREI sporgere denuncia all’assicurazione per avere il risarcimento dei danni subiti allo scooterone… ma… sinceramente… voi credete che quella macchina sia davvero assicurata? Io lo spero… ma mica ci credo…

Intanto stanotte è andata bene… è andata benissimo… tanto per me quanto per quella ragazza incinta… và bene così…

Finalmente… si ritorna a… Respirare…

12 febbraio 2012 Lascia un commento

A causa di un anno davvero tosto sia lavorativamente che per il corso di studi intrapreso (ma anche per risparmiare una assicurazione) sono parecchi mesi che la mia KTM è rinchiusa nel Box senza assicurazione e con la batteria a terra… e in quel box ci ho inconsciamente rinchiuso anche una grande fetta della mia anima..

Un motociclista che non sale in sella, alla lunga, soffre… e anche io, ultimamente, mi son reso conto che di sofferenza accumulata per questa mancanza che mi sono imposto (causa di forza maggiore) ne avevo fin troppa.. pericolosamente troppa… mi sentivo quasi in gabbia…

Ma grazie a un amico/collega che ha letto il mio sfogo su FB ho da qualche gg in prova una fiammante R 1200 GS full optional… e oggi, FINALMENTE, approfittando di una tregua del maltempo sulla capitale, son potuto saltare in sella e farmi un bel giretto… un giretto di quelli che mi mancavano da davvero tantissimo tempo…

La sveglia è suonata con molta calma… la neve caduta in questi giorni non lasciava, infatti, presagire nulla di buono nemmeno per oggi… ma alla prima occhiata fuori dalla finestra vedo IL SOLE splendere in cielo e la strade belle pulite…

PERFETTO!

Colazione rapida e in men che non si dica scendo a far uscire la moto dal box per farla riscaldare borbottando al minimo… al sole… Giusto in tempo che Claudia mi raggiunga e si parte per puntare la gomma anteriore verso il mare doveSPERO di trovare una temperatura leggermente più mite visto che sul GRA il termometro del GS è fisso sui 2,5° e si sente soprattutto sulle gambe…

Prima nota di merito per il GS: è davvero comodo come può esserlo la tua poltrona preferita… quella su cui ti accomodi da anni per scaricare la tensione di una giornata di lavoro… calza addosso alla perfezione sia a me che a Claudia e ci culla verso la costa di Ostia Beach… le manopole riscaldate che ho sempre sottovalutato son state la cigliegina sulla torta: fantastiche! Son davvero contento che sianno anche su “una certa” bavarese…………. 🙂

L’arrivo ad Ostia offre uno scorcio che sà di agrodolce: la neve che lambisce il bagnasciuga, il sole e il sale sparso copioso sull’asfalto della rotonda… giusto il tempo di raggiungere il pontile e ci fermiamo per un meritato, bollente, gustoso cappuccino…

Seconda nota di merito per il GS: con il suo tris di borse espandibili è davvero pratico… quando non servono le borse laterali (ma anche il bauletto) sono decisamente snelle ma quando occorre si espandono con un semplice gesto e aumentano sensibilmente di capacità… 2 casci integrali trovano il loro comodo alloggio…

Un rapido consulto con gente del posto e ci indicano un ristorante verso Torvajanica a una 30ina di km di litoranea… quindi si risale in sella e si riparte… qui, appena usciti da Ostia mi son fatto prendere dalla curiosità e ho cominciato a smanettare con tutta l’elettronica di bordo…

[img]http://i.imgur.com/sRSNo.jpg[/img]

…e per primo mi sono “scontrato” con il TC che mi impediva di alzare il capoccione del GS al cielo… ma è disinseribile… e la situazione ritorna nella “normalità”…

…l’ABS agisce con una buona tempistica senza risultare invasivo… c’è… tu lo sai… lui pure… ognuni si fa gli affari suoi finchè non è davvero necessario… mi piace questa filosofia… 🙂

Le sospensioni elettroniche ESA invece sono una vera figata, con un solo pulsante si ha a disposizione ben QUINDICI (15) preset: da solo (confort, normal, sport), da solo con borse (confort, normal, sport), in due (confort, normal, sport), Collina (hard, normal, soft), Montagna (hard, normal soft)… le differenze sono leggere ma si sentono… specialmente le regolazioni in due si sentono eccome…

Nelle curve raccordate (e l’asfalto insidioso) il GS danza elegante, stabile, rassicurante… nelle curve “aggredite” invece non ho ben “legato” con il Telelever che di feedback ne restituisce decisamente POCO… dicono ch’è normale… e che con il tempo si impara a fidarsi o a sentire quello che oggi non ho proprio avvertito… sarà… ma un paio di curve, dove avevo sufficente visibilità, ho preferito “allargarle” piuttosto che tenerla dentro…

Pausa pappa al ristorante con amici… pesce… bono!

Il ritorno me lo sparo da solo visto che Claudia torna in macchina (fa freddo)… e così ho modo di mettere il GS decisamente PIU’ alla frusta… imposto il navigatore in modalità “curvosa”, metto l’assetto su UNA PERSONA + SPORT e via a testa bassa…

Il motore mi ha lasciato interdetto… perchè spinge fluido in basso in un modo in cui ti verrebbe da pensare che già a 5000 o 6000rpm non avesse più nulla da dare e invece allunga sereno fino a 8000rpm con una ottima schiena…

Il cambio è quasi inutile… in 6a ti puoi spingere giù fino a 40 – 50km/h e riprendere il gas in mano senza temere squotimenti o rifiuti…

Su una autostrada tedesca ho fatto un paio di prove “a tutta” e ho notato che il parabbrezza tenuto tutto alto produce fastidiosi vortici intorno ai 160km/h mentre tirato tutto giù si và sereni e relativamente coperti (quasi coperti) fino a sfondare i 200km/h…

OLTRE c’è il problema delle borse laterali… rendono l’avantreno DECISAMENTE leggero anche se ti siedi praticamente sul tappo serbatoio e assumi una posizione aereodinamica… e che ti CONSIGLIA di non insistere con il gas… o di contattare la torre di controllo per un prossimo decollo…

Concludendo…. dopo essermi IMPOSTO di riportare la moto nel BOX (dopo aver esaurito la scusa “Benzina, giretto, caffè, vado a comprare il giornale e/o le caramelle)… C@ZZO se mi mancava!!!

Domani mattina si torna in sella e punto le ruote verso Pescara… vado a conoscere “un altra Bavarese”…. chissà… vi terrò aggiornati…

 

Mario aka Icy24